Riassunto
I turisti guidavano slittando lungo cento chilometri di argilla rossastra e bagnata, da Mildura fino al parco nazionale. Era il settembre 2006 e stavano andando al Festival di Mungo, dopo una rara notte di pioggia torrenziale in un luogo in cui mediamente cadono appena 250 millimetri di pioggia in un anno. Le strade asfaltate intorno alla Riverina1 finiscono improvvisamente nei canali di irrigazione, che — per sostenere in questa zona semiarida le colture di specie originarie dell’altro emisfero — prosciugano il già sofferente fiume Murray e le sue acque torbide, infestate da erbacce e pesci, anche questi non autoctoni. Le distese giallo intenso dei fiori di colza contrastano con il verde spento degli eucalipti superstiti. Poi, il paesaggio incongruo di viti, limoni, campi di cotone e placide mucche da latte si apre in radure improvvise, incredibilmente piatte, disseminate di alberi grandi quanto bonsai e arbusti, questi sì autoctoni. La strada scende quindi verso il Lago Outer Arumpo, il più vasto e meridionale tra i bacini del sistema lacustre, prima di inerpicarsi sopra la lunette e proseguire fino a Mungo.