Riassunto Premesse.
La trombina è l’enzima principale del processo coagulativo. L’attività della trombina è data dalla misura della sua concentrazione in funzione del tempo. L’area sottesa alla curva di generazione di trombina è chiamata potenziale endogeno di trombina (endogenous thrombin potential, ETP). L’ETP è un test globale che meglio riflette il sistema coagulativo rispetto ai classici test di screening. L’ETP risulterà aumentato in ogni forma di ipercoagulabilità e diminuito in ogni forma di ipocoagulabilità. Questo test offre grandi potenzialità diagnostiche, ma le limitazioni tecniche non ne hanno reso finora possibile l’uso nella pratica clinica, anche se numerosi sono gli studi clinici, eseguiti in Laboratori di ricerca e/o specialistici. È ora possibile applicare questo tipo di indagine su coagulometri automatizzati. In questo studio viene valutata la possibilità di utilizzo di questo test su strumentazione automatizzata e vengono comparati i valori ottenuti con i classici test di screening della coagulazione.
Metodi.
Sono stati analizzati 106 soggetti: 60 maschi e 56 femmine, con età compresa tra 31 e 50 anni, non trattati per patologia emorragica o trombotica.
Il sangue, in sodio citrato (3,2%), è centrifugato a 2500 g per 15 min, il plasma è separato senza raccogliere le piastrine e utilizzato entro 4 h. Nel caso risulti necessario dover stoccare il campione, occorre centrifugare nuovamente e congelare rapidamente a −80 °C il plasma così ottenuto. Il plasma congelato dovrà essere scongelato il più velocemente possibile.
I dosaggi per il tempo di protrombina, tempo di tromboplastina attivato, fibrinogeno, D-dimero ed ETP sono eseguiti tramite l’analizzatore automatizzato BCS XP System (Siemens Healthcare Diagnostic, Marburg, Germany). Tutti i reattivi sono forniti dalla Siemens Healthcare Diagnostic.
Risultati.
In circa 3 ore è possibile l’analisi di 106 soggetti. Non si osservano differenze significative tra maschi e femmine. I valori di ETP sono espressi in AUC percentuale rispetto al riferimento interno e il range ottenuto è compreso tra l’80% e il 110%.
Conclusioni.
Lo studio dimostra la possibilità di applicazione di questo test su coagulometri automatizzati. L’ETP risulta uno strumento facile, affidabile e idoneo per lo studio della coagulazione, rendendo possibile il suo utilizzo anche in Laboratori di primo livello. Questa nuova opportunità dovrà essere attentamente valutata e potrebbe portare a un uso clinico più routinario di questo test, con importanti risvolti nello studio di pazienti con disordini emorragici o trombotici, nel monitoraggio delle terapie anticoagulanti, inclusi i farmaci di ultima generazione, nella valutazione del rischio emorragico o di tromboembolismo venoso, in coagulopatie congenite. Questo rappresenta il primo passo per la costruzione di range di normalità da applicare su analizzatori automatizzati e un’analisi su un maggior numero di soggetti potrà confermare la possibilità di un suo uso comune nello studio dei processi coagulativi.