Riassunto Obiettivo
Valutare l’accuratezza del sistema di agobiopsia mammaria in stereotassi con metodica multidirezionale e dispositivo aspirante sotto vuoto (VAB) nell’esperienza personale, al fine di dimostrare la validità di questa metodica.
Materiali e metodi
Nel periodo compreso fra gennaio 2003 e dicembre 2005, 268 pazienti sono state sottoposte a manovra ago-bioptica con VAB utilizzando ago 11-gauge. Sono state avviate al VAB tutte le pazienti con alterazioni sospette alla mammografia, non riconoscibili con ecografia, non palpabili (focolai di microcalcificazioni, minuscole lesioni focali con o senza microcalcificazioni, aspetti di sovvertimento) in cui la tipizzazione non poteva essere ottenuta con metodiche alternative (citologia e/o core-biopsy) e non si riteneva opportuno il follow-up. L’aspetto radiologico delle lesioni è stato di microcalcificazioni in 186 casi (77,5%), per lo più distribuite in unico focolaio (130/186: 70%); opacità focale con o senza microcalcificazioni in 36 casi (15%), infine, in 18 casi (7,5%) distorsione, con o senza microcalcificazioni. Utilizzando la classificazione BIRADS il giudizio radiologico è stato “altamente sospetto” di malignità (BIRADS 5) in 16 casi (7%), “sospetto” di malignità (BI-RADS 4b) in 81 casi (34%), “indeterminato” (BI-RADS 4a) in 97 casi (40%) e “probabilmente benigno” (BI-RADS 3) in 46 casi (19%). Centosessantuno lesioni (67%) avevano diametro ≤10 mm; solo 38 lesioni (16%) erano >20 mm,la maggior parte di queste, 30 casi, si manifestavano alla mammografia sotto forma di microcalcificazioni.
Risultati
In 28/268 casi (10,5%) non è stato possibile procedure al prelievo (mancata visualizzazione della lesione, inaccessibilità al bersaglio per sede della lesione o ridotto spessore della mammella). Il campione è risultato non significativo in 12/240 procedure espletate (5%). Il riscontro di patologia francamente maligna o di lesioni border-line si è verificato nel 42% dei casi (100/240), nei restanti 140 casi (58%) si è rilevata patologia benigna. Fra le lesioni maligne, è stata posta diagnosi di carcinoma infiltrante (CDI e CLI) in 16 casi (16/100: 16%), di carcinoma microinfiltrante (T1mic) in 13 casi (13/100: 13%), di carcinoma duttale in situ (CDIS) in 35 casi (35/100: 35%); di carcinoma lobulare in situ (CLIS) in 9 casi (9/100: 9%) e di iperplasia epiteliale atipica (ADH e ALH) in 27 casi (27/100:27%). In 9/100 lesioni (9%) si è avuta discordanza fra i reperti microistologici del VAB e i risultati patologici delle procedure chirurgiche: 8/9 sono state sottostimate dal VAB (4 ADH vs CDIS, 3 CDIS vs CDI, 1 ADH vs CDI) e 1/9 è stata sovrastimata (T1mic vs CDIS). La comparsa di complicanze in seguito a manovra bioptica con VAB si è verificata in 9/240 pazienti (3,7%).
Conclusioni
Il prelievo con VAB è risultato essere nella esperienza personale metodica discretamente affidabile nella tipizzazione di lesioni mammarie non palpabili, seppur gravata da una quota di procedure mancate (10,5%), di campionamenti non significativi (5%), ed infine da lesioni sottostimate (9%).