Riassunto
La risonanza magnetica (RM) è una metodica estremamente sensibile nel rilevare le alterazioni focali della sostanza bianca (SB) dei pazienti con sclerosi multipla (SM). Per questo motivo, è parte integrante del processo diagnostico in pazienti con sindromi clinicamente isolate (CIS) a rischio di evoluzione verso una forma definita di SM, ed è sempre consigliata nei pazienti con SM conclamata per confermare la diagnosi e per monitorarne l’evoluzione. Uno dei punti fondamentali per l’utilizzo della RM a scopo diagnostico è l’identificazione di caratteristiche di imaging delle lesioni, in termini di sede, forma, e dimensioni, che possano essere considerate suggestive o tipiche di SM, e contribuire cosÌ al processo di diagnosi differenziale verso altre patologie neurologiche, che possono avere un esordio clinico simile a quello della SM. Ciò ha condotto alla pubblicazione di diverse linee-guida per la caratterizzazione delle lesioni della SM sia sulle sequenze pesate in doppio-eco (T2 e densità protonica) che su quelle pesate in T1 dopo somministrazione di mezzo di contrasto. Lo sviluppo della ricerca clinica sulla SM ha da tempo evidenziato la necessità di giungere ad una diagnosi basata su criteri il più possibile oggettivi e riproducibili. Attualmente, neurologi e neuroradiologi basano l’inquadramento clinico e il monitoraggio dei pazienti con un sospetto di SM su specifici criteri diagnostici che si sono andati modificando nel tempo e che molto probabilmente continueranno ad essere aggiornati. è quindi fondamentale che il radiologo acquisisca familiarità con tali criteri al fine di migliorare la qualità della sua valutazione diagnostica. nei pazienti con una diagnosi certa di SM, il problema fondamentale è invece quello di definire delle procedure standard per il monitoraggio del decorso della malattia e della risposta a trattamenti farmacologici. Anche se in questo caso mancano linee-guida definite, è possibile suggerire alcune strategie per migliorare le modalità di valutazione in questo ambito.