Riassunto
La crescente incidenza di diabete di tipo 2 (DM2) in età evolutiva, segnalata negli ultimi decenni soprattutto in etnie a rischio, riflette il costante aumento della prevalenza di obesità in età pediatrica. Il recente incremento della prevalenza del DM2 è stato troppo rapido perché possa essere attribuito a sostanziali modifiche della componente genética ma enfatizza piuttosto l’importanza dei fattori ambientali che intervengono su un substrato genetico predisponente. L’età alla diagnosi coincide, generalmente, con lo sviluppo puberale e interessa, con maggior frequenza, il sesso femminile. La maggior parte dei pazienti è asintomatica al momento della diagnosi e presentano obesità, di tipo prevalentemente centrale, insulino-resistenza e, analogamente a quanto osservato in età adulta, alterazioni dell’assetto lipidico quali ipertrigliceridemia e bassi livelli di colesterolo HDL. Basso peso alla nascita e catch-up growth nei primi 6 anni di vita sembrano essere fattori importanti nel determinare la comparsa di DM2 e sindrome metabolica in età evolutiva. Anche bambini macrosomi, figli di madre con diabete gestazionale, sono ad alto rischio di obesità e DM2 in età adulta. L’esordio clinico del DM2 varia dall’iperglicemia asintomatica alla chetoacidosi. Questo spettro sintomatologico condiziona la scelta del trattamento. Nei bambini e negli adolescenti con DM2 asintomatico il trattamento di scelta si basa sia sull’educazione alimentare che sull’attività fisica. Se all’esordio è presente disidratazione, chetosi e chetoacidosi l’impiego dell’insulina è d’obbligo, anche se in modo transitorio. Se le condizioni generali sono meno compromesse il trattamento può comprendere, fin dall’inizio, accanto a dieta e attività fisica, un ipoglicemizzante orale. L’intervento più efficace tuttavia è, in ogni caso, un’ intensa attività di educazione sanitaria al fine di motivare un radicale e permanente cambiamento dello stile di vita.